Ribbon per sistema modulare MoogCon l'avvento del controllo CV e con la consapevolezza di poter pilotare tutti i parametri di un sintetizzatore attraverso una semplice tensione, sono state create tante interfacce capaci di influire sui diversi moduli che compongono lo strumento. Si sono aperte così nuove vie espressive grazie alla moltitudine di

Controllo "marimba lumina" Buchla

controlli, alcuni di questi hanno dato lo spunto per creare strumenti del tutto nuovi, come quelli creati da Don Buchla un costruttore di sintetizzatori che ha commercializzato strumenti come la “Lightning II” un controllo che risponde alle fonti luminose o la “Marimba Lumina” un controllo simile a una marimba ma che pilota un sintetizzatore.
Distinguiamo tra controlli che sono contenuti all'interno di un sintetizzatore e controlli esterni.
Tra quelli interni il “Ribbon” (letteralmente nastro) ha avuto un successo particolare, adottato da Moog, Yamaha e altri è nato prima come controllo esterno da collegare a un sistema modulare ed è poi stato integrato in sintetizzatori come il Moog MicroMoog e Liberation, lo Yamaha CS80 e altri. Nel periodo dell'avvento del digitale (metà anni ottanta) il ribbon venne abbandonato e solo recentemente (dalla meta' degli anni 90) è stato nuovamente inserito in alcuni sintetizzatori (Korg Prophecy, Moog Voyager XL).
Il ribbon è un nastro con al suo interno una resistenza, premendo il nastro in punti diversi si avranno diverse tensioni di uscita. Ovviamente, a differenza della tastiera, è possibile passare da una nota all'altra in modo continuo. Può avere lunghezze diverse ed essere posto sopra o ai lati della tastiera, può controllare intonazione, filtri e altri parametri. Ultimamente la Doepfer ha ricominciato a produrre un ribbon esterno che funziona con controllo CV. Famosi esempi musicali dell'utilizzo del ribbon sono il basso di “Boogie on, Reggae Woman” di S. Wonder e varie esecuzioni live degli Emerson Lake & Palmer.

Controllo touch screen del Moog voyager


Il “Touch-Pad” o “Touch-Screen” o “Touch-Surface”, adottato più di recente, grazie alle nuove tecnologie (praticamente uguale a quella presente nei computers portatili), si può considerare una estensione del ribbon, come questo infatti invia variazioni di tensioni in modo continuo ma questa volta su 2 assi. Nel sintetizzatore analogico Moog Voyager oltre alle assi X e Y é stato introdotto il controllo di “quanta area viene coperta” si distingue cioè se si tocca la superficie con la punta del dito o con l'intero polpastrello. Oltre a ciò il ribbon e il touch-surface Moog generano un segnale di Gate quando viene toccata la superficie.
È particolarmente interessante esplorare le possibilità della sintesi, attraverso 3 segnali di controllo più uno di Gate generati da un unico dito a contatto con il “touch- surface”, é come muovere tre potenziometri nello stesso momento, e ciò permette di trasformare i suoni in una moltitudine di modi.

Joystick del EMS sinthiA


Un altro controllo integrato con successo nei sintetizzatori normalizzati, il “Joystick”, è stato adottato da molti costruttori, tra i primi la EMS con il suo VCS3. Il controllo è costituito da una leva che può essere spostata a 360°, può spostarsi quindi contemporaneamente sia sull'asse X che sulla Y e può produrre sia tensioni positive che negative. Il joystick viene spesso usato al posto delle Wheel, in molti casi l'assegnazione dei valori che andrà a modificare può essere decisa dall'utente. Esistono anche joystick per sistemi modulari (vedi Doepfer e EMS).
Tra i controlli esterni il Pedale è il più utilizzato complemento per qualsiasi sintetizzatore analogico. Se si usa un sintetizzatore modulare ogni parametro controllabile via CV potrebbe essere pilotato da un pedale che emette la giusta tensione. Nei normalizzati le possibilità di uso del pedale sono limitate dal numero di ingressi esterni predisposti per il controllo dei parametri.
La possibilità di poter variare i suoni attraverso un controllo continuo per i piedi ha avuto successo tra i musicisti che suonano strumenti elettrici. Per un esecutore che suona il sintetizzatore, già impegnato a premere i tasti, attivare selettori e muovere manopole, la soluzione del controllo a pedale è scelta spesso per una buona riuscita della performance.
Il pedale più comune invia solo un semplice segnale di impulso o chiude un circuito. Questi dispositivi sono usati quasi sempre come pedali di sostegno “Sustain Pedal”, premendo si tiene aperto il VCA o si attiva la release dell'inviluppo destinato al VCA facendo uscire il suono, rilasciando si chiude il VCA fermando il passaggio del segnale audio.
Ci sono poi pedali che mandano una tensione variabile e che sono formati da una base basculante, azionabile con il piede, a cui è collegato un potenziometro, sono definiti “Control Pedal”. Possono essere auto-alimentati o alimentati dal sintetizzatore stesso. Nei più evoluti si può regolare il polo della tensione inviata (negativa o positiva), la velocità e la forma d'onda di LFO, contenuti all'interno del pedale stesso, come nel Korg MS04.

ultsound gakkiGrande successo tra i musicisti hanno avuto anche i controlli percussivi. Si tratta di basi in gomma con all'interno un sensore che emette un segnale Trigger, ogni volta che vengono percosse, il segnale attiva gli inviluppi nel sintetizzatore. Di solito questi controlli sono utilizzati per pilotare sintetizzatori creati appositamente per i suoni ritmici come la vasta famiglia di strumenti della casa Simmons o come il Gakki Ultsound ds4.

La “chitarra synth” è l'esempio di come la sintesi del suono abbia avuto successo anche tra i musicisti non abituati ad usare tastiere ma desiderosi di applicare al loro strumento le molteplici possibilità della manipolazione elettronica del suono, con l'avvento del controllo CV si è cercato di adeguare qualsiasi strumento alla capacità di pilotare un sintetizzatore e la Roland ha creato la serie di chitarre GR con un microfono integrato esafonico. La chitarra manda dei segnali ad un modulo “Pitch to CV” che si occupa di convertirli da intonazioni e intensità sonora a tensioni e impulsi. Il progetto ha avuto un discreto successo e tutt'oggi sono in commercio chitarre dotate di pick-up esafonici che si collegano a convertitori MIDI.

Sono anche stati realizzati dei moduli Pitch to CV in cui qualsiasi sorgente audio può essere trasformata in un segnale CV. Con questi convertitori è possibile quindi tradurre in segnale di tensione, compatibile con i sistemi analogici, strumenti acustici anche non elettrificati ma semplicemente microfonati. Così è possibile suonare un sintetizzatore cantando una melodia o suonando uno strumento a fiato o tutto quello che può produrre un suono monofonico con un'intonazione ben distinguibile dal modulo. L'esecuzione di una frase risulterà particolarmente interessante visto che si percepirà la naturalezza della sorgente di controllo.

 

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