Questa sintesi parte dal presupposto che qualunque suono udibile sia divisibile in un numero infinito di onde sinusoidali di diversa frequenza e intensità.

Capovolgendo questa affermazione sarà possibile generare qualsiasi tipo di suono sommando infinite onde sinusoidali. Ovviamente, la distanza tra la teoria e la pratica è vasta perché se è sicuramente accettabile questa tesi, altro discorso è riuscire ad applicarla in modo semplice o per lo meno fattibile.

Prima di tutto infatti, si dovrà ridurre quel numero infinito di onde a finito se si vuole dare concretezza alla programmazione di un suono, e in seconda istanza, bisognerà ricordare che l'intensità di ogni singola sinusoide deve cambiare nel tempo anche molto velocemente per poter ottenere suoni interessanti o che riescano a simulare una qualsiasi altra esperienza acustica.

Questo comporta che ogni sinusoide dovrà essere dotata di un inviluppo dedicato, il sistema quindi si complica enormemente a seconda del numero di onde adottato. Ovviamente più onde si mettono insieme, più raffinato ed interessante sarà il risultato e più complessa la gestione dei programmi.

Il primo strumento ad utilizzare questo tipo di sintesi è il Telharmonium o Dynamophone ideato da Thaddeus Cahill, un precursore dell'Organo Hammond, Entrambi adottavano un sistema meccanico per generare onde sinusoidali non perfette da sovrapporre attraverso appositi potenziometri detti Drawbar

Più avanti questo tipo di sintesi fu utilizzato negli studi di fonologia dove si sperimentava il risultato di somme di più onde sinusoidali ma il numero limitato di oscillatori non permetteva una programmazione timbrica accettabile.

Nel 1986 la Kurzweil propose il K150 un modulo sonoro basato sulla sintesi additiva con 240 oscillatori e la possibilità di miscelare tra loro programmi già realizzati, fondendo così in timbri nuovi le impostazioni dei numerosi oscillatori incorporati. axcel from synthopiaVerso la fine degli anni ottanta fu presentato un sintetizzatore innovativo, sia dal punto di vista della sintesi che dell'interfaccia, si tratta del Technos Acxel Resynthesizer uno strumento basato sulla sintesi additiva, ma che era capace anche di campionare dei frammenti sonori di estrapolarne le componenti armoniche e di riproporle intelligentemente a differenza di quello che poteva fare pedissequamente un lettore di campioni. L'interfaccia in oltre permetteva di agire su un grande pannello touch-screen e di disegnare con le dita forme d'onda, intensità delle sinusoidi, inviluppi, e altri parametri anticipando di 2 decenni alcuni software audio per palmari oggi in uso. Più di recente la Kawai ha utilizzato questa sintesi in alcuni sintetizzatori della serie K. In queste macchine si ha la possibilità di utilizzare fino a 128 onde sinusoidali, che qui vengono definite Armonici perché a differenza dell'onda principale contribuiscono a definire il timbro e non l'intonazione del suono. Le 128 sinusoidi possono avere volumi differenti ed essere assegnate a gruppi ad una serie di 4 inviluppi a 6 punti di definizione. Il suono generato può essere poi processato attraverso dei filtri digitali a sintesi sottrattiva. I sintetizzatori Kawai sono riusciti nell'intento di emulare alcuni suoni acustici ottenendo però risultati non molto convincenti. Sicuramnete più apprezzabile invece, lo sforzo di offrire un tipo di generazione diverso rispetto a quello che era proposto alla fine degli anni novanta (la sintesi per campioni) e di poter quindi generare suoni che si distinguevano da un panorama sonoro sintetico molto uniformato. Esistono molti software basati sulla sintesi additiva di cui molti gratuiti, alcuni hanno la possibilità della funzione Resynthesis che permette l'analisi spettrale di suoni campionati e la loro modifica nel dominio delle frequenze e del tem

 

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