Tastiera del Elka synthex

La tastiera è sicuramente il mezzo più usato per controllare un sintetizzatore. Quando Moog commercializzò i suoi primi sistemi modulari non tutti i suoi clienti erano convinti che l'uso della tastiera come controllo principale fosse la soluzione migliore. Alcuni sostenevano (tra questi Vladimir Ussachevsky compositore e professore della Columbia University) che la tastiera avrebbe avvicinato il musicista troppo facilmente al sistema temperato e lo avesse distolto dalle possibilità espressive della sintesi analogica.
Come per tutte le invenzioni e le applicazioni dei circuiti elettrici, durante gli anni, si è avuto un arricchimento e perfezionamento del controllo passando per la monofonia, bifonia e polifonia e si sono aggiunte sempre più possibilità di espressione attraverso la dinamica e l'aftertouch. Le tastiere più semplici non sono altro che un insieme di interruttori con delle resistenze tra un tasto e l'altro, una corrente continua viene fatta passare attraverso queste resistenze e, a seconda del tasto premuto, viene generata una tensione pari a quella originale meno quella che le resistenze hanno bloccato. Più è alta la nota meno resistenze interverranno e più alto sarà il voltaggio mandato agli altri moduli. Ciò presuppone che la tastiera sia monofonica, che non possa quindi mandare due tensioni contemporaneamente. Nello stesso momento ogni volta che viene premuto un tasto un'altra tensione (Gate) viene generata per essere mandata agli ADSR. Questa tensione rimane fissa per tutta la tastiera e varia a seconda dei costruttori (la più usata è di +5 V) fin quando i tasti non vengono rilasciati.
Anche la tastiera più semplice quindi deve inviare queste due tensioni. Il controllo CV può, attraverso un semplice parametro variabile detto “Scaling” cambiare l'approccio alla musica da parte dell'esecutore. Basta infatti variare il valore della tensione in uscita per variare il tipo di scala utilizzata, essendo di norma la tensione pari a 1 Volt per ottava ogni cambiamento di questo rapporto creerà intervalli diversi dai semitoni. Se per esempio per ogni ottava si genera una corrente di 0,5 V si otterrà una scala per quarti di tono.
La Tastiera può essere anche polifonica e inviare fuori tante tensioni per quanti tasti vengono premuti, queste tensioni vengono poi elaborate da un microprocessore che le assegna a diversi VCO, VCF, VCA.

Oberheim otto voci. La tastiera polifonica controlla otto moduli identici

La "conquista della polifonia" però è avvenuta gradualmente passando da sistemi molto complessi, che prevedevano l'adozione di tanti moduli di sintesi (tanti piccoli sintetizzatori) da accordare e programmare allo stesso modo. L'Oberheim Two-Four-Heigt Voice (a seconda delle voci) era composto da moduli “SEM”, il numero dei moduli era pari alla polifonia e ogni modulo conteneva oscillatori, filtri, inviluppi, LFO e amplificatori. Un'altra possibilità adottata a cavallo tra le tastiere monofoniche e le prime polifoniche era quella di assegnare i due oscillatori, che di solito sono presenti nei sintetizzatori analogici più completi, a due tasti differenti in questo modo, quando veniva premuto un solo tasto, gli oscillatori suonavano insieme all'unisono o a un intervallo definito, quando invece si premevano due tasti contemporaneamente, il secondo oscillatore si svincolava dal primo e seguiva la tensione dettata dal secondo tasto. Tra i sintetizzatori che adottavano questo sistema Duofonico ci sono l'Arp Odyssey, il Roland SH7, il Moog Sonix Six.
Dall'uso della tastiera si possono ottenere altre possibilità espressive date dall'aggiunta di un terza tensione di uscita alla tastiera. L'adozione del "Aftertouch" e della "Velocity" infatti presuppone che un'altra tensione possa controllare altri moduli.
L'Aftertouch è un sistema dotato di sensori sotto i tasti che percepiscono la pressione esercitata dal musicista, a più o meno pressione corrisponderà più o meno tensione di uscita da mandare a qualsiasi modulo. Nei sintetizzatori normalizzati solitamente esiste un controllo dedicato all'assegnazione dell'Aftertouch agli altri moduli. L'Aftertouch può essere di tipo monofonico o polifonico, nel primo caso esisterà un unico sensore sotto la tastiera, nel secondo si avranno tanti sensori quanti sono i tasti. Ad ogni tasto premuto corrisponderà un uguale numero di tensioni.

La tastiera a sfioramento del Edp wasp. Foto di Richard Bartz

La Velocity è un sistema capace di calcolare il tempo necessario a passare dal tasto non premuto a premuto, più corto sarà il tempo più alta sarà la tensione in uscita. E' conosciuta e apprezzata per la capacità di simulare la dinamica tipica di un pianoforte. Nei sistemi normalizzati la Velocity è quasi sempre assegnata direttamente al VCA ma si può scegliere se assegnarla alla frequenza di taglio del filtro o ad altri parametri. Alcuni strumenti inglobano anche la possibilità di usare la Velocity nel momento del rilascio del tasto e non solo in quello della pressione, per esmpio allungando o meno il rilascio del suono in base al tempo in cui il taso viene sollevato.
Le tastiere possono emulare anche il bilanciamento pesato dato dal meccanismo di scappamento del pianoforte. Questa possibilità viene definita appunto tastiera pesata ed è realizzata con l'uso di pesi sotto i tasti o di meccaniche particolari. Alcuni famosi sintetizzatori analogici avevano già adottato questo sistema (Rhodes Chroma, Sequential Circuits Prophet T8).
Un posto a parte hanno le tastiere a sfioramento che non hanno dei veri e propri tasti ma un'unica superficie con degli spazi che ricordano il disegno di una tastiera. Il EDP Wasp adotta questo tipo di controllo.
Recentemente è apparso sul mercato un nuovo controllo a metà tra una tastiera e un ribbon il “Continuum Fingerboard” della Haken Audio. Questo controllo permette di usare la superficie orizzontalmente (X) per decidere l'intonazione, verticalmente (Y) e in basso (Z), per creare una tensione, assegnabile a qualsiasi parametro del sintetizzatore e, a differenza del Ribbon, è polifonica.

Controllo Continuum della haken audio, una nuova prospettiva per la tastiera

Controlli

Nei sintetizzatori polifonici è quasi sempre presente la possibilità di far suonare tutte le voci nello stesso momento in unisono, funzione attivabile con il tasto “unison”. Il suono ottenuto con l'unisono è carico di armonici, corposo e pieno di battimenti dati dalle piccole stonature delle diverse voci, i sintetizzatori Oberheim OB8 e Dave Smith Prophet 08 facilitano la gestione di questa caratteristica offrendo la possibilità di stonare le diverse voci tramite un unico controllo. Esiste anche la possibilità di rendere il sintetizzatore monofonico ossia di far suonare una sola voce per volta, il controllo relativo viene di solito chiamato “mono” il risultato è diverso dall'unisono. Questa opzione serve ad evitare che premendo 2 o più tasti insieme si suonino degli accordi, uno dei tasti avrà sempre la prevalenza su un altro, in questo modo non si ottiene il suono complesso e a volte poco definito dell'unisono. Questa impostazione è frequentemente usata per esecuzioni di assoli o linee di basso. In molti strumenti (sia polifonici che monofonici) è possibile stabilire quale tasto avrà la priorità sull'altro, le possibilità di scelta più comuni sono: il primo tasto premuto, l'ultimo tasto premuto, la nota più bassa la nota più alta.
Il controllo “split” permette, nei sintetizzatori politimbrici, la divisione della tastiera in più parti che possono essere assegnate a suoni diversi. Spesso si può scegliere il punto di divisione della tastiera o di sovrapporre 2 timbri “double”.
In alcuni strumenti si trovano i controlli relativi al tipo di polifonia, si sceglie come il microprocessore dedicato alla tastiera dovrà interpretare i dati ricevuti dai tasti, si può scegliere se ogni volta che si preme un tasto le diverse voci verranno suonate in sequenza o se ad ogni tasto sarà assegnata sempre la stessa voce. Nel primo caso, se si suona un programma con rilascio lungo, le varie voci si sovrapporranno anche ripetendo sempre la stessa nota, nel secondo caso invece il suono ripartirà senza sovrapporsi. Bisogna tenere conto poi che un sintetizzatore analogico polifonico non è nient'altro che un insieme di identici sintetizzatori monofonici pilotati da un processore, l'impossibilità (specie nei sintetizzatori meno stabili) di regolare ogni voce nello stesso modo e quindi di ottenere lo stesso identico suono provoca, nel caso si scelga di suonare in sequenza le voci, una alternanza di suoni non perfettamente uguali. Ciò può infastidire o attrarre il musicista a seconda che lo ritenga un difetto o una risorsa di personalità e varietà più vicina al mondo dell'acustico che a quello dell'elettronico. Esiste anche il controllo di “triggering” che stabilisce se il segnale di Trigger inviato agli inviluppi dalla tastiera debba partire ogni volta che si preme un tasto o solo se sono stati rilasciati prima tutti gli altri tasti.

 

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